L'interesse delle imprese italiane per gli incentivi relativi alla "Transizione 5.0" è stato finora limitato, nonostante la piattaforma del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) sia attiva per la prenotazione da diversi mesi.
Quali sono le principali ragioni di questo basso coinvolgimento?
La misura della Transizione 5.0, benché sia stata progettata per agevolare gli investimenti in digitalizzazione e sostenibilità, è percepita da molte imprese come complessa. La normativa prevede un processo articolato, che include requisiti tecnici specifici per accedere agli incentivi. Per molte PMI, che rappresentano una gran parte del tessuto imprenditoriale italiano, questa complessità risulta essere una barriera. L'introduzione della "comunicazione intermedia", che prevede una conferma dell'ordine con un anticipo del 20%, garantisce maggiore ordine nella gestione delle prenotazioni, ma rende comunque l'accesso più burocraticamente impegnativo. Il nostro servizio è stato pensato per azzerare questa criticità e accompagnare le imprese nell’intero iter esecutivo e di rendicontazione, coordinando tutti i passaggi attraverso una piattaforma dedicata per la gestione della pratica e un supporto diretto professionale e operativo.
Secondo i dati attuali, le richieste si fermano a circa 150 milioni di euro, su un totale previsto di 1500 milioni di euro. Le molte aziende ancora incerte o che si stanno approcciando a questo incentivo possono rivolgersi alla nostra struttura per ricevere una valutazione, senza impegno, sulla fattibilità dell’investimento.
Il principio DNSH, che prevede di non arrecare danno significativo all'ambiente, costituisce un ulteriore ostacolo. Le aziende sono obbligate a dimostrare che i loro investimenti non incidono negativamente sull’ambiente, un requisito che richiede competenze specifiche e che può risultare complesso da certificare per le piccole e medie imprese, soprattutto in assenza di esperti interni. In questo caso l’impresa può affidarsi ai nostri tecnici per la valutazione delle singole casistiche e la certificazione degli interventi
Un altro aspetto discusso è l’utilizzo limitato di impianti fotovoltaici, nonostante la misura incentivi anche questo settore. A causa di una mancanza di pannelli europei o di altre criticità tecniche, molti impianti risultano parzialmente attivi o non ottimizzati, impedendo alle aziende di soddisfare pienamente i requisiti per ottenere l’incentivo. La nostra struttura si avvale di partner come i fornitori di impianti fotovoltaici, con i requisiti previsti dalla normativa.
Il Ministero ha pubblicato informazioni sul concetto di “Power Quality”, che comprende l’ottimizzazione dei consumi energetici. Il nostro ruolo è quello di supportare le molte aziende non hanno ancora chiara l’effettiva utilità di questi sistemi per ridurre i consumi e di altri incentivi che vanno nella stessa direzione.
In sintesi, il basso interesse per gli incentivi di Transizione 5.0 sembra derivare da una combinazione di complessità normativa, requisiti tecnici elevati e difficoltà di adattamento dei sistemi produttivi tutte problematiche a cui Transizione Green è in grado di fornire una soluzione, per favorire l’adesione da parte delle imprese, semplificando le procedure, fornendo supporto tecnico soprattutto alle imprese di piccole e medie dimensioni.